venerdì 17 febbraio 2012

AIDS

La Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, altrimenti nota come Aids 
(Acquired Immune Deficiency Syndrome),
rappresenta lo stadio clinico terminale dell’infezione da parte del virus dell’immunodeficienza umana (Hiv, Human Immunodeficiency Virus).







L’Hiv è un virus a Rna che appartiene a una particolare famiglia virale, quella dei retrovirus 
(I retrovirus sono un gruppo di virus che utilizza la trascrittasi inversa per convertire il proprio genoma da RNA a DNA durante il proprio ciclo di replicazione. I retrovirus comprendono due classi e cinque famiglie virali), dotata di un meccanismo replicativo assolutamente unico. Grazie a uno specifico enzima, la trascrittasi inversa, i retrovirus sono in grado di trasformare il proprio patrimonio genetico a Rna in un doppio filamento di Dna. Questo va inserirsi nel Dna della cellula infettata (detta "cellula ospite" o “cellula bersaglio”) e da lì dirige di fatto la produzione di nuove particelle virali.
L'infezione da HIV provoca quindi un indebolimento progressivo del sistema immunitario , aumentando il rischio sia di tumori che di infezioni da parte di virus, batteri, protozoi e funghi, che in condizioni normali possono essere curate.

TRASMISSIONE
Esistono tre diverse modalità di trasmissione dell’Hiv: via ematica(trasmissione di sangue), via materno-fetale e via sessuale.

La trasmissione per via ematica avviene attraverso trasfusioni di sangue infetto o attraverso lo scambio di siringhe infette. Durante le prime fasi dell’epidemia, quando c’erano meno conoscenze sulle modalità di diffusione del virus, diverse persone sono state contagiate dall'Hiv in seguito a trasfusioni di sangue infetto o alla somministrazione di suoi derivati.
A partire dal 1990 questo tipo di trasmissione è stata praticamente eliminata grazieal trattamento con calore degli emoderivati e alla selezione dei donatori, ma anche grazie a un minor ricorso a trasfusioni inutili.La trasmissione attraverso il sangue rappresenta la principale modalità di diffusione dell’infezione nelle persone dedite all’uso di sostanze per via iniettiva
. L’infezione avviene attraverso la pratica, diffusa tra i consumatori di sostanze, di scambiarsi la siringa o altro materiale utilizzato per iniettare la droga; questo materiale può contenere piccole quantità di sangue che può essere infetto se uno dei partecipanti è Hiv positivo.

La trasmissione da madre a figlio, detta trasmissione verticale, può avvenire durante la 
gravidanza, durante il parto, o con l’allattamento.Il rischio per una donna sieropositiva di trasmettere l’infezione al feto è circa del 20%.
Tuttavia è possibile ridurre tale rischio al di sotto del 2% somministrando la zidovudina (Azt, il primo farmaco usato contro l’Hiv) alla madre durante la gravidanza e al neonato nelle prime sei settimane di vita. Per stabilire se è avvenuto il contagio il bambino deve essere sottoposto a controlli ripetuti in strutture specializzate entro i primi sei mesi di vita. 
Per la sicurezza del neonato, tutte le coppie che intendono avere un bambino dovrebbero valutare l’opportunità di sottoporsi al test per l’Hiv.

La trasmissione per via sessuale è nel mondo la modalità di trasmissione più diffusa dell’infezione da Hiv. I rapporti sessuali, sia di tipo eterosessuale che omosessuale, non protetti dal preservativo, possono essere causa di trasmissione dell’infezione. La trasmissione avviene attraverso il contatto tra liquidi biologici infetti (secrezioni vaginali, liquido pre-eiaculatorio, sperma, sangue).
È opportuno sottolineare che i rapporti sessuali non protetti possono veicolare non solo l’HIV, ma anche oltre 30 tipi di infezioni sessualmente trasmesse (Ist). La presenza di ulcerazioni e lesioni  a livello genitale (anche se non visibili a occhio nudo) causate dalle Ist possono far aumentare il rischio di contagio con l’Hiv. 

Da quanto sottilineato sopra non esistono categorie a rischio ma solo con comportamenti che facilitano l'assunzione del virus Hiv.


Come Non si Trasmette il virus:
Il virus non si trasmette attraverso:
- strette di mano, abbracci, scambio di vestiti
- baci, saliva, morsi, graffi, tosse, lacrime, sudore, muco, urina e feci. 
-bicchieri, posate, piatti, sanitari, asciugamani, e lenzuola.
-punture di insetti.
Il virus non si trasmette frequentando:
-palestre, piscine, docce, saune e gabinetti
-scuole, asili e luoghi di lavoro.
-ristoranti, bar, cinema e locali pubblici.
-mezzi di trasporto.

L'AIDS nel mondo
La % mondiale degli adulti affetti di AIDS
 
Il Test:
Per sapere se si è stati contagiati dall’Hiv è sufficiente sottoporsi al test specifico che si effettua attraverso un normale prelievo di sangue. Se si sono avuti comportamenti a rischio è bene effettuare il test dopo uno-tre mesi dall’ultima esposizione a rischio. Infatti, sapere di essere infetti con l’Hiv consente di usufruire di un’assistenza medica precoce e di poter effettuare tempestivamente la terapia farmacologica che permette oggi di vivere meglio e più a lungo. Con le terapie attualmente disponibili, una persona Hiv positiva ha un’aspettativa di vita analoga a quella di una persona Hiv negativa.

La legge italiana garantisce che il test Hiv sia effettuato con il consenso della persona interessata. Il test non è obbligatorio, ma se si sono avuti comportamenti a rischio è opportuno effettuarlo.
Per eseguire il test, nella maggior parte dei servizi sanitari non serve ricetta medica, è gratuito e anonimo. La legge prevede che il risultato del test venga comunicato esclusivamente alla persona che lo ha effettuato. Le persone straniere, anche se prive del permesso di soggiorno, possono effettuare il test alle stesse condizioni del cittadino italiano.

Le Terapie:
Nel 1987 è stato introdotto il primo farmaco antiretrovirale, la zidovudina (Azt), in grado di inibire l'attività della trascrittasi inversa, fondamentale per la replicazione dell'Hiv. A questa molecola hanno fatto seguito altre con meccanismo d'azione simile. Successivamente si sono aggiunti la lamivudina e la stavudina, come farmaci sinergici rispetto all'azione dell'Azt, ma anche altri inibitori della trascrittasi inversa, come la nevirapina e l'efavirenz, che agiscono con un meccanismo diverso.
  • gli inibitori della fusione, che bloccano l'ingresso dell'Hiv nella cellula ospite impedendo la penetrazione del genoma virale nella cellula ospite
  • gli inibitori della integrasi, che inibiscono l’integrazione del genoma dell’Hiv nel Dna della cellula ospite, limitando così la replicazione virale
  • gli inibitori del Ccr5, che inibiscono il recettore Ccr5 della cellula ospite, bloccando l’entrata del virus in questa.
A causa della forte tendenza alla mutazione dell'Hiv (la trascrittasi inversa è un enzima che spontaneamente introduce degli errori nel genoma virale), è necessario non soltanto trovare farmaci sempre nuovi, ma anche somministrare contemporaneamente più farmaci antiretrovirali (terapia combinata). In questo modo si cerca di ridurre al minimo o quantomeno di ritardare l'insorgenza di ceppi virali resistenti ai farmaci antiretrovirali.
L’inizio della terapia viene deciso caso per caso sulla base di vari parametri, tra cui il numero dei linfociti Cd4, il livello della carica virale (numero di particelle di Hiv nel sangue), tenendo anche in considerazione i possibili effetti collaterali che tali farmaci provocano in alcuni casi.

Strategie

Evitare l’uso in comune di siringhe, aghi e altro materiale per l’iniezione di droghe sottoporsi a    iniezioni, agopuntura, mesoterapia, tatuaggi e piercing solo se gli aghi utilizzati sono monouso.

È fondamentale ricordare che nei Paesi europei le trasfusioni di sangue e derivati, i trapianti di organo e l’inseminazione artificiale sono sottoposti a screening e ad accurati controlli per escludere la presenza dell'Hiv.
Per evitare la trasmissione dell’infezione per via sessuale:
-avere rapporti sessuali mutuamente monogamici con un partner non infetto
-astenersi dai rapporti sessuali
-nel caso di rapporti occasionali, utilizzare sempre il preservativo.

L’uso corretto del preservativo protegge dal rischio di infezione durante ogni tipo di rapporto sessuale ed è l'unica reale barriera per difendersi dall'Hiv. Non vanno usati lubrificanti oleosi perché potrebbero alterare la struttura del preservativo e provocarne la rottura, inoltre è necessario usare il preservativo dall’inizio di ogni rapporto sessuale e per tutta la sua durata. Anche un solo rapporto sessuale non protetto potrebbe essere causa di contagio.

La pillola, la spirale e il diaframma sono metodi utili a prevenire gravidanze indesiderate, ma non hanno nessuna efficacia contro il virus dell’Hiv.

Impatti Psicologici:
I pazienti cui viene diagnosticato un AIDS sono particolarmente soggetti a disturbi di natura psicologica. 
Bisogna infatti considerare che essi oltre a dover affrontare l’ipotesi di poter morire per causa della loro malattia debbono anche, in molti casi, affrontare con i loro famigliari le più intime tra le problematiche personali, quelle cioé inerenti la loro sessualità. 
Una reazione che si incontra comunemente in questi pazienti è una intensa rabbia nei confronti della persona che essi ritengono li abbia infettati. Un'altra reazione molto comune è il sentimento di timore e di colpa per il fatto di poter aver passato l’infezione ai loro cari (figli o partners). 
Il fatto di rendersi conto che questa tragedia avrebbe potuto essere evitata può portare a comportamenti suicidari. Spesso infatti molti pazienti preferirebbero affrontare la morte piuttosto che le complicanze della malattia. 
A tutto questo si deve aggiungere anche il peso dell’isolamento sociale che spesso circonda i pazienti affetti da AIDS. 

Testimonianze


Testimonianza di un ragazzo sieropositivo

Andrea, Bologna, 22 anni

Come hai saputo di essere sieropositivo?
Mi sono recato con un amico al centro MST Dermatologia “Patrizi” dell’Ospedale S. Orsola di Bologna per dei controlli e contestualmente ho deciso anche di fare il test HIV per togliermi il pensiero e stare più tranquillo. Dopo una settimana ho saputo l’esito positivo del test.

Cosa hai pensato quando hai letto l’esito del test?

Non l’ho letto ma è stata la dottoressa del laboratorio a comunicarmelo a voce. La prima reazione è stata di incredulità, non potevo crederci. E’ stato uno shock perché non me lo aspettavo. O meglio, sapevo di aver avuto rapporti a rischio ma non avrei mai pensato di poter contrarre il virus. Sentivo freddo, avevo i brividi e tremavo. Ho buttato per terra tutte le cose che avevo in mano e ho detto “basta, io me ne vado, non voglio ascoltare più nulla.” Ho pensato solo ed esclusivamente a me, che potevo morire perché ero completamente ignorante sull’argomento. Poi mi sono seduto e ho cominciato a piangere. La dottoressa mi ha portato con lei in uno stanzino per farmi calmare, ma in quel momento volevo solo morire. Mi sentivo in colpa per tutto, per me, per la mia famiglia e per tutte le persone che mi erano vicine. Ho fatto chiamare il mio amico che mi aveva accompagnato al centro MTS e mi sono buttato tra le sue braccia piangendo. E’ stato bruttissimo. Non è stata una situazione piacevole e non vorrei mai che si ripresentasse in futuro.

Come sono stati i giorni successivi alla notizia? Come li hai trascorsi?

Ho pensato solamente alla morte. Respiravo forte per alleggerire la tensione. Non accettavo l’idea di avere il virus per tutta la vita. Ho trascorso le giornate in casa piangendo nel letto e picchiandomi la testa. Il mio sguardo era sempre fisso nel vuoto. Vivevo con la speranza di svegliarmi e di sapere che era tutto un brutto incubo.

Sei riuscito a parlare con qualcuno? Come hanno reagito?

Il giorno stesso in cui ho saputo l’esito del test l’ho detto a due miei amici, che hanno solo pensato a me e a cercare di farmi stare bene. Mi sono stati vicino sempre. Anche ora, dato che la notizia è ancora fresca, cercano in tutti i modi di farmi pensare positivo e di darmi coraggio. Pochi giorni dopo ho deciso di dirlo a mio fratello e a mia cognata. Inizialmente hanno reagito malissimo. Io ero nella mia residenza universitaria e mi hanno solo detto di fare tutte le valigie che sarei dovuto tornare a casa. Con il senno di poi hanno capito quanto stessi soffrendo anche io e hanno fatto di tutto per accettare la mia condizione e starmi vicino.

Pensi di dirlo un giorno anche ai tuoi genitori?

Adesso come adesso penso che non gli dirò nulla. La loro risposta sarebbe sicuramente negativa, per non usare termini peggiori.

Pensi di aver capito come è avvenuto il contagio? Che tipo di rapporti non protetti hai avuto?

Ancora oggi mi chiedo come abbia potuto contrarre il virus. Ho avuto alcuni rapporti a rischio, un periodo della mia vita era caratterizzato da molti rapporti occasionali, una volta si è rotto il preservativo, forse lì. O forse con un rapporto orale. Non lo saprò mai con certezza.

Quali sono le domande e i pensieri che ti vengono in questi giorni?

Sono veramente tante le domande che mi pongo. Soprattutto ora che inizio a capire più o meno come funziona la vita da sieropositivo. Spesso mi domando se sarò mai capace, quando dovrò iniziare la terapia e se mai la inizierò, di essere costante nell’assunzione dei farmaci. Oppure mi domando: sarà mai possibile una cura per sconfiggere il virus?

Cosa sapevi dell’HIV e dell’AIDS?
Davvero poco. Avevo il classico giudizio che questa malattia e questo virus era dei tossicodipendenti e dei gay. Ho sempre sottovalutato l’importanza di documentarmi seriamente sulle malattie sessualmente trasmissibili.

Dopo la notizia hai iniziato a informarti meglio?
Sì, ho letto un po’ dappertutto. E continuo quotidianamente a leggere, tenendo d’occhio le notizie e i risultati della ricerca scientifica.

Hai dei medici con cui parli? Che rapporto hai con loro?
Ho un rapporto splendido con due dottoresse del centro MST a cui mi sono rivolto. Sono molto disponibili, posso parlare veramente di tutto con loro, anche di cose molto personali. Hanno saputo spiegarmi tantissime cose sull’infezione e ora mi sento più tranquillo e con meno paure addosso.

Come ha influito la notizia sulla tua vita affettiva e sentimentale?
Con le persone a cui ho raccontato la notizia ho rafforzato il rapporto, mentre con gli altri tendo a isolarmi e a non parlare molto di me. Molti amici infatti mi chiedono: ma che fine hai fatto? In effetti esco più raramente… preferisco stare da solo. Sento il bisogno di parlarne con mio fratello e gli altri a cui l’ho detto. E basta. E’ come se stessi creando una sottile sfera di cristallo protettiva.

E la tua vita sessuale?
Sono sempre stato un amante del sesso in tutte le sue forme. Ora però mi sento molto in deficit e credo che non riuscirò mai più a fare sesso e ad avere rapporti occasionali. Spesso in passato ho tradito la persona con cui stavo e oggi mi sento in colpa per aver messo a repentaglio la sua vita. Ora penso di voler fare l’amore con una sola persona, la persona che amo e che resterà con me per sempre e che accetterà la mia condizione per sempre, senza avere paura di contrarre l’infezione durante i rapporti.

Che impatto ha avuto la sieropositività sulla tua vita in generale?
Brutto impatto. E’ solo un mese che sono sieropositivo e la notizia ogni tanto mi causa ancora ansia, paura e angoscia, oltre ai sensi di colpa. Vivo con la speranza che la ricerca scientifica un giorno faccia uscire la notizia di aver trovato il rimedio per sconfiggere il virus. Questa speranza mi dà la forza di andare avanti. Con l’aiuto delle persone che mi vogliono bene spero di uscire vincitore da questo bruttissimo momento. 

C’è un pensiero che ti fa sembrare tutto più facile e che ti dà forza?
La vicinanza delle persone con cui mi sono confidato. Senza di loro non sarei qui nemmeno a raccontare la mia storia.

Questa è solo una delle milioni ti testimonianze in tutto il mondo.
Questo ragazzo racconta come una vita assolutamente normale nell'arco sia stata distrutta dalle fondamenta per colpa del virus dell'HIV e di come si può continuare a sperare, questo ragazzo sicuramente ancora oggi sta ore su Internet per sapere se si è travata una cura efficace sperando di poter riprendere la propria vita lasciata indietro, nascosta in un angolo buio della mente aspettando che una fievole luce si accenda...



Freddy Mercury
Malato di AIDS, è deceduto il giorno dopo la pubblica confessione del suo grave stato di salute, a seguito di una broncopolmonite, sviluppatasi per via della deficienza immunitaria legata alla malattia stessa . In suo onore, il 20 aprile 1992 venne organizzato il Freddie Mercury Tribute Concert, al quale parteciparono molti artisti musicali internazionali; i proventi dell'evento vennero utilizzati per fondare The Mercury Phoenix Trust, un'organizzazione impegnata nella lotta all'immunodeficienza umana.
Freddy consapevole della propria malattia scrisse The must Go On (lo spettacolo deve andare avanti) che enfatizzava come il cantante era consapevole della malattia e di come voleva continuare a cantare fino all'ultimo.

Testo
Empty spaces what are we living for
Abandoned places - I guess we know the score
On and on, does anybody know
what we are looking for...
Another hero, another mindless crime
Behind the curtain, in the pantomime
Hold the line, does anybody want to take it anymore
The show must go on,
The show must go on
Inside my heart is breaking
My make-up may be flaking
But my smile still stays on.
Whatever happens, I'll leave it all to chance
Another heartache, another failed romance
On and on, does anybody know
what we are living for?
I guess I'm learning, I must be warmer now
I'll soon be turning, round the corner now
Outside the dawn is breaking
But inside in the dark I'm aching to be free
The show must go on
The show must go on
Inside my heart is breaking
My make-up may be flaking
But my smile still stays on
My soul is painted like the wings of butterflies
Fairytales of yesterday will grow but never die
I can fly - my friends
The show must go on
The show must go on
I'll face it with a grin
I'm never giving in
On - with the show
I'll top the bill, I'll overkill
I have to find the will to carry on
On with the
On with the show
The show must go on...


Traduzione
spazi vuoti – per cosa stiamo vivendo?
luoghi abbandonati – suppongo che noi cono-sciamo il risultato
Senza sosta, qualcuno sa cosa stiamo cercando?
Un altro eroe, un altro stupido reato
Dietro la tenda, nella commedia (farsa)
Resta in linea, qualcuno lo vuole ancora?

Lo spettacolo deve andare avanti,
Lo spettacolo deve andare avanti,
Dentro, il mio cuore è rotto
Il mio trucco potrebbe scrostarsi
Ma il mio sorriso regge ancora.

Qualsiasi cosa succeda, lascerò tutto ciò per ri-schiare
Un altro mal di cuore, un’altra storia fallita
Senza sosta, qualcuno sa cosa stiamo cercando?
Suppongo di stare imparando, devo essere più caloroso ora
Presto sarò una svolta, gira l’angolo ora
Fuori, l’alba sta scoppiando
Ma dentro nel buio sto soffrendo per essere felice

Lo spettacolo deve andare avanti,
Lo spettacolo deve andare avanti,
Dentro il mio cuore è rotto
Il mio trucco potrebbe scrostarsi
Ma il mio sorriso regge ancora.

La mia anima è colorata come le ali delle farfalle
Le fiabe di ieri invecchieranno, ma non mori-ranno mai
Posso volare- amici miei

Lo spettacolo deve andare avanti,
Lo spettacolo deve andare avanti,
Lo affronterò con un sorriso
Non sto mai cedendo
Su – con lo spettacolo
Salderò il conto, esagererò
Devo trovare la volontà di andare avanti
Lo spettacolo deve andare avanti…

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